4 – I denti da latte: perché è importante curarli e mantenerli fino alla fine dei loro giorni.
Luglio 6, 20232 – Le abitudini viziate, i grandi nemici della crescita!
Luglio 8, 2023Mi capita spessissimo di sentir dire: “i problemi ai denti li ha presi dal padre, come tutti i difetti!”
Vorrei esprimere la mia solidarietà a tutti i papà: rassegnatevi! I pregi saranno sempre e solo delle mamme!
Questo però ci insegna una cosa importante:
la genetica fa il suo ruolo, soprattutto in alcuni casi. Vediamo insieme quali.
Quando visito un bambino e ne monitoro nel tempo il cambiamento dei denti, sono abituata a tirare un sospiro di sollievo solo alla comparsa dei canini superiori.
Questo perché sono gli ultimi denti a spuntare e devono affrontare un percorso tortuoso e lungo. Il loro tragitto, infatti, comincia più o meno sotto il naso e, al contrario degli altri denti che percorrono una strada rettilinea, fanno una curva appoggiandosi alla radice del vicino incisivo laterale.
Ci sono molte situazioni, ad esempio quando manca spazio in arcata, in cui il canino rimane bloccato dentro l’osso.
C’è qualcosa, cioè, che ne ostacola il percorso e fa sì che prenda una direzione non fisiologica.
La genetica gioca in questo senso un ruolo importante.
Tante volte, infatti, quando dico ai genitori:
“secondo me questo canino ha difficoltà ad uscire”,
sono soliti rispondermi:
“proprio come è successo a mia madre, anche a mio nonno, come zio Fausto”.
Ed ecco che almeno nei primi 3 gradi di parentela scopriamo che il canino era rimasto lì, dentro l’osso, senza speranza.
Come accorgersene in tempo?
Inutile dire che fare visite ortodontiche prima della pubertà permetterà di certo all’ortodontista di eseguire una valutazione sulla possibilità che quel canino stia prendendo o meno una direzione sbagliata.
Ma se vostro figlio ha 14 anni, una dentatura apparentemente perfetta e, al posto dei canini, timidi dentini da latte, bianchi come neve… preoccupatevi fortemente!
I canini VERI, quelli gialli, rozzi e grandi, saranno intrappolati da qualche parte.
Due le soluzioni:
✔ Se interveniamo presto (tra gli 8 e gli 11 anni) si può provare a fare spazio lì dove non ce ne fosse abbastanza, sperando che sia sufficiente a farli uscire.
✔ Se è tardi o la genetica ci ha messo davvero lo zampino, sceglieremo di recuperarli per riportarli sulla retta via, con un approccio chirurgico, unitamente a quello ortodontico.
Un evento correlato e purtroppo abbastanza frequente è la completa mancanza degli incisivi laterali superiori, fenomeno anche questo legato alla genetica (propriamente detto “agenesia”)
In altri casi, non sono assenti ma nascono con difetti di forma e volume. Sono denti “nani” per intenderci.
Anche loro contribuiscono, per una catena di effetti, ad inceppare il meccanismo di comparsa del canino.
Se è vero che, come abbiamo detto, il canino effettua una curva, appoggiandosi sulla radice dell’incisivo laterale, è facile capire che la mancanza di questo appoggio gli farà sbagliare strada più facilmente.
E quindi cosa si fa?
Nella maggior parte dei casi, il trattamento ortodontico mira a recuperare lo spazio per i denti mancanti e a
riabilitarli con impianti di ultima generazione e di eccellente valenza estetica.
Ma veniamo a quella che secondo me è la mal occlusione scheletrica più geneticamente prevedibile e più difficile da curare:
La terza classe, ovvero la mandibola lunga “che ci piove dentro”
Durante una prima visita, non serve che mi dicano, dopo il mio suggerimento diagnostico, “anche mia zia” o “anche nonna”. Mentre parlo, esprimo direttamente il concetto:
“Questo bambino ha la mandibola lunga come papà’” (sempre perché i difetti appartengono al ceppo paterno, oramai si sa)
In tempi ormai dimenticati, l’ortodonzia ha anche provato a schiacciare la mandibola e a frenarne la crescita, con gravissimi danni di compressione dell’articolazione che collega la mandibola al cranio (ne parleremo più avanti).
Ad oggi, la diagnosi precoce (eseguita prima dei 6 anni di età) ci aiuta tanto a cambiare il corso degli eventi e ad ottenere ottimi risultati, benché il mantenimento del risultato ottenuto debba essere lungo, almeno fino alla fine del picco di crescita, per intenderci.
Ricordatevi che la mandibola lunga può anche posizionarsi da un lato, deviandosi a destra o a sinistra, con danni ancora maggiori sulla postura e sulla masticazione.
Se lasciamo andare il fenomeno della più grave deviazione mandibolare, vostro figlio non assomiglierà solo al papà, ma anche a Totò.
Ci tengo moltissimo affinché questa mal occlusione riceva una diagnosi più precoce possibile. Solo così riusciremo a non eseguire un compromesso ma a risolvere la problematica alla base.
Fortunatamente per noi, ma non è la regola, una mandibola lunga si associa quasi sempre ad un palato stretto.
Ed è lì che possiamo agire.
Se infatti consideriamo il palato come un coperchio e la mandibola come la scatola, allargando e allungando il palato, facciamo sì che la scatola si posizioni comodamente, “auto bloccando” la sua crescita anomala.
Tutto quello che fa la natura ha un risultato più efficace e duraturo.
Se il nostro intervento è mirato ad aiutare la natura, è sicuramente vincente!
DA RICORDARE:
Se già verso i 5 o 6 anni vedete vostro figlio che quando chiude mostra tanto i denti inferiori e comincia ad assomigliare a… (indovinate a chi?), correte dall’ortodontista.
Cercherà di cambiarne assetto e profilo e di farlo assomigliare a mamma. Di papà rimarrà il carattere.
Prima interveniamo sulla terza classe (attenzione, ad opera di un lavoro sul palato, non bloccando la mandibola, pena problemi all’articolazione da adulti), prima eviteremo danni scheletrici irrecuperabili, danni posturali relativi, danni psicologici e raccolte di acqua quando piove.
La stessa diagnosi precoce è necessaria per evitare che i canini (soprattutto superiori) rimangano incastrati nell’osso.
Prevenzione, qui, è la regola che mi aspetto rispettiate tutti!